COSTRUIRE “UN MAISONNEMENT À BOIS ET À PIERRE”(1)Archivio Notarile di Aosta (= A.N.A.) CT488. 6/8/1674
Claudine Remale
Per illustrare la vita di una volta l’archivio notarile di Aosta costituisce una fonte inesauribile di informazioni. Gli atti che i notai redigevano riguardano tutti gli aspetti della vita quotidiana. Conservati con cura e allineati in bell’ordine, i “minutari” attendono nei loro scaffali la visita di ricercatori desiderosi di gettare nuova luce sull’oggetto del loro interesse. Vediamo che cosa questi atti notarili sono in grado di raccontarci a proposito della costruzione delle case di Ayas.
I contratti di costruzione: tâches o prix-faits
In mezzo alla quantità esorbitante di atti di acquisto e di vendita, di testamenti o contratti di matrimonio, di riconoscimenti di debiti o di quietanze, i prix-faits (capitolati d’opera per lavori edilizi) sono abbastanza rari. Si tratta di contratti stipulati tra il committente dell’opera ed l’artigiano incaricato di realizzarla prima dell’inizio dei lavori di costruzione di una casa, di una cappella o di un ponte. Questi testi non sono generalmente accompagnati da disegni, come oggi ci si aspetterebbe, ma riportano soltanto la descrizione dei lavori. Tra i prix-faits scelti per scrivere questo capitolo in un caso soltanto, nel 1728, viene citato un petit dessein, cioè uno piccolo disegno, uno schizzo(2)A. N. A. CT1015. Le tout sera de longueur et largeur de cinq toises de chaque côté suivant le petit dessein qu’ils en ont pris. (L’insieme sarà lungo e largo cinque tese per lato secondo il piccolo disegno che ne hanno fatto).. Il contratto si può equiparare all’odierno computo metrico: prende infatti in considerazione diversi aspetti del cantiere e definisce i compiti di ciascuna delle parti. Il notaio rispetta un protocollo preciso. Dopo aver scritto la data, il luogo, il nome delle parti e dei testimoni presenti, passa alla descrizione dei lavori e alla loro localizzazione. Stila una lista dei lavori che il maître-maçon o il carpentiere dovrà realizzare e spiega brevemente in che cosa consistono, fornendo talvolta particolari interessanti sui materiali da utilizzare, sulla messa in opera e sulle dimensioni dell’edificio. Successivamente, affronta un punto cruciale: le scadenze da rispettare, i tempi necessari per la costruzione. In seguito, il notaio precisa i compiti del committente. Solitamente, essi si riassumono in tre parti importanti: la fornitura dei materiali, la somma da versare e le modalità di pagamento. I lavori vengono remunerati in contanti o in natura seguendo dei ritmi precisi. Il testo si chiude con le formule consuete degli atti notarili e con le firme o i contrassegni di tutti i presenti.
Della quarantina di prix-faits individuati sfogliando i minutari dei notai di Ayas, ho selezionato i dieci atti più completi e i più rappresentativi dal punto di vista architettonico, che riguardano degli edifici da costruire ex-novo oppure interamente da ricostruire.
Naturalmente, il ritrovare nell’archivio un testo che riguardi il cantiere di un raccard o di una casa tutt’oggi intatta o riconoscibile richiede un notevole colpo di fortuna. Succede infatti in tutte le epoche che gli edifici vengano continuamente rimaneggiati per adattarli a nuove esigenze e funzioni, o sostituiti da altri più moderni. Oppure che vengano trasformati a seguito delle divisioni successorie. A volte risulta difficile riconoscerli e identificarli con certezza, perché anche i nomi dei luoghi si sono trasformati. Si riporta di seguito la lista del corpus formato sulla base di testi del XVII e del XVIII secolo.
Tipo di edificio | Rif. A.N.A. |
Data | Anno | Notaio | Artigiano/i |
Una casa a Cunéaz | CT314 | 12/6 | 1609 | Martin CHASSEUR | Jaques Illegitime Dondeynna dit Ginnoz |
Un raccard a Lignod | CT1480a | 2/4 | 1614 | Mathieu VISENDAZ | Pierre de Pierre Conchastre, dit Sargin |
Un raccard a Les Drolles | CT472 | 27/10 | 1664 | Claude DUC | Martin de Pierre Favre des Allemands |
Un raccard a Antagnod | CT488 | 6/8 | 1674 | Pierre DUC | Martin de Pierre Favre |
Un edificio a Les Allemands | CT476 | 15/9 | 1674 | Claude DUC | Pierre Favre et Jean Curtaz |
Una casa in pietra a Beaubois | CT539 | 22/12 | 1679 | Joseph FAVRE | Pierre de Pierre Favre |
Una casa a Bernosin | CT539 | 15/9 | 1680 | Joseph FAVRE | Pierre Favre |
Un corpo annesso con focolare a Blanchard | CT1456 | 28/1 | 1686 | Jean-Métran VISENDAZ | Joseph Favre |
Un raccard a Ardisson | CT1015 | 17/10 | 1728 | Jean Baptiste OBERT | Jean Claude feu Pierre Favre |
Due piani in muratura a Pilaz | CT453 | 24/6 | 1764 | Jean-Louis DONDEYNAZ | Jean Pierre de feu Pierre Vacher de Fontainemore |
Il raccard di Pilaz | CT985 | 16/11 | 1770 | Jean-Martin OBERT | Jean Joseph feu Jean Pierre Favre |
L’inizio e la fine del cantiere
In genere, i contratti vengono sottoscritti durante l’autunno o l’inverno, talvolta in primavera. Il proprietario ha il compito di procurare tutti i materiali e di prepararli vicino al cantiere.
Per gli edifici di piccole dimensioni, la scadenza di costruzione è breve: una sola bella stagione è sufficiente, e la consegna dell’opera avviene in autunno: l’artigiano a promis de parachevé l’ouvrage d’icy à la feste de St Grat prochaine (15/9/1674): egli ha quindi promesso di ultimare i lavori per la festa di San Grato: La casa di Beaubois, invece, deve essere finita de St Michel proche en un an advenir qu’est l’an 1681, cioè nell’arco di un anno a contare dalla festa di San Michele; così anche per il piccolo corpo annesso di Blanchard, che dovrà essere finito per il giorno di San Michele (28/1/1686). Questa data viene spesso citata perché si tratta di un momento fondamentale della vita contadina, il ritorno dagli alpeggi; gli edifici devono essere finiti per accogliere il bestiame sceso dalla montagna. Inoltre a questo periodo gli allevatori hanno una buona disponibilità di denaro per pagare l’opera ultimata. Alcune costruzioni di grandi dimensioni richiedono scadenze molto più lunghe. Il maître-maçon Pierre Favre promette di costruire una casa in pietra a Bernosin et di ultimarla prochenement en trois ans (15/9/1680), cioè entro tre anni. Per certi raccard, i lavori devono essere finiti al momento del raccolto pour y reposer les prises, per potervi depositare i covoni di cereali. Le scadenze per le opere in legno non sono a termine più breve rispetto a quelle per le case in pietra: bisogna ultimare i lavori du jourd’huy en deux ans, cioè in due anni a partire da oggi (raccard di Cunéaz – 12/6/1609); e nel caso del grande raccard a vingt jambes a Les Drolles, le parti si dimostrano ancora più previdenti perché tengono in conto sia una crisi economica sia una forte epidemia di peste: i lavori devono essere terminati d’aujourd’huy en trois ans proches, saufz que dans les dicts trois ans arrivast une charté notable ou contagion pestiphère, auquel cas fournira ledit travail dans quattre ans(3)“in tre anni a contare da oggi, a meno che in questi tre anni avvenga un rincaro notevole o un’epidemia di peste, in qual caso questo lavoro dovrà essere consegnato fra quattro anni”. (27/10/1664).
I materiali
Si è già detto che il committente prepara i materiali; spetta a lui fare la soigne (1609). Egli infatti porta sul posto oppure non lontano dal luogo di costruzione le pietre, la calce, la sabbia e il legno necessari (sur la place proche ou à l’entour de la batisse: la pierre, le chaux et l’araine requis – 1664; tout le matériau sur le lieu, comme pierre, chaux, bois et autres – 1686); talvolta, il committente deve fornire il blanchun, la terra argillosa che i meno abbienti utilizzano in sostituzione della calce. Spesso, il contratto precisa che egli fornirà les ferrages, les sarallies ou fer de croisées, cioè le ferramenta, le serrature e le inferriate delle finestre.
Sovente, si impegna anche a fornire dei materiali di recupero: ledict Viot a promis de donner la despoillie du vieux domicilles audit Favre sauf qu’il sen réserve tout ce qui sera bon pour faire les garniture dudict domicilles neufz(4)“Viot ha promesso di lasciare i resti della vecchia costruzione a Favre, salvo riservarsi tutto ciò che sia riutilizzabile come finitura nel nuovo edificio da costruire”. (1680).
Alcuni testi indicano la provenienza degli alberi da tagliare e forniscono numerosi particolari, come nel caso, ad esempio, della fornitura delle travi, delle tavole e delle lastre di pietra per il grande raccard di Ardisson(5)Un toponimo Ardisson si trova tuttora sotto il villaggio di Pilaz. Curiosamente però corrispondono a quelle di questo prix-fait le dimensioni, la data et le iniziali del raccard di La Croix, presso Le Trochey.: lesdits frères Obert seront obligés de fournir touttes les pierres et plantes de bois avec les labies tant de ce qui est sur le lieu qu’au cas qu’il en manque d’autres,
saufz dix plantes que ledit Favre coupera sur l’herbage du Drosey apartenant auxditz frères Obert pour faire les poutres dudit étable et autres choses nécessaires et, au cas qu’il n’en soit ladite quantité sur ledit herbage, il en achètera à taxe d’experts avec d’autres aux dépends desdits frères Obert; plus la quantité de six plantes que ledit Favre coupera et conduira sur le lieu que sont sus l’herbage de Buzaille desditz frères Obert, pour faire des aix pour le plancher dudit étable, à condition que pour faire la séparation desdits chamberaux et autres appartenances dudit raccard, il mettra des plantes vielles que sont au vieux raccard que ledit Favre démolira; plus fournira ledit Favre les chevrons que sont nécessaires pour ledit couvert du raccard avec les lattes, sauf celles qui sont au vieux raccard et celles qui sont sur le pallier qu’ils ont acquis avec Pierre Emanuel Chasseur puissent servir et autant qu’il en manquera, il les fournira luy même(6)“i fratelli Obert avranno l’obbligo di fornire tutte le pietre, le lastre di pietra e tutti gli alberi, tanto nel caso che siano reperibili sul posto o che ne manchino, salvo dieci alberi che Favre taglierà sul pascolo del Drosey ( Lo Drôsei: parcella F°57 6-c) che appartiene ai fratelli Obert per fare le travi della stalla e altre cose necessarie; e nel caso che sul suddetto pascolo non vi sia la quantità precisata, egli ne acquisterà al prezzo fissato da esperti alle spese dei fratelli Obert; inoltre Favre taglierà sei alberi che si trovano sul pascolo di Buzaille (Boeddzayè: parcella F°59 6,7,8,9, ABCD) appartenente agli stessi fratelli Obert, per fare le assi dell’assito della stalla, a patto che per fare le separazioni interne e altre parti secondarie del raccard il Favre utilizzi il legname del vecchio raccard da demolire. Inoltre, per la copertura del raccard, il Favre fornirà i puntoni necessari con i relativi listelli, tranne quelli recuperabili del vecchio raccard (e quelli che sono sul fienile acquistato da Pierre Emanuel Chasseur: aggiunta), e fornirà egli stesso tutti quelli mancanti”. (1728).
Allo stesso modo, nel 1770, Jean Baptiste Quey a préparé le bois, labies, et pierres pour faire les pilliers pour soûtenir ledit racard, et pour ce fait il a jugé à propos de donner le prix fait, tant pour conduire les plantes, labies et pierres que pour la fasson dudit racard, à discret Jean Joseph à feu Jean Pierre Favre aussy originaire d’Ayax et y réside, et premièrement ledit Jean Joseph Favre s’oblige par le présent de conduire toutes les plantes que ledit Quey at préparé & emoncellé aux lieu des pré dessous les toits, et à l’herbage des Channes, de plus il conduira toutes les labies que ledit Quey à emoncellées au lieu de Sasciel à Ayax ce qu’il à descendu du vieux rascard de Sasciel, plus il conduira toutes les pierres que ledit Quey a mis en moncau au lieu dit Le Piaouel damon, plus il conduira toutes les labies que ledit Quey a fait faire au lieu dit La Barma des vaches, tous lesquels mathériaux, il les conduira sur l’endroit où il doit construir ledit racard(7)“ha preparato il legname, le lose e le pietre per fare i pilastri per sostenere un raccard e, perciò, ha giudicato opportuno dare l’incarico, tanto per portare sul posto legno, lastre di pietra e pietre che par la manodopera di questo raccard, a Discret Jean Joseph del defunto Jean-Pierre Favre, originario anch’esso di Ayas. E quivi residente; e in primo luogo Jean-Joseph Favre si impegna con questo stesso contratto a portare sul posto tutti gli alberi che Quey ha preparato e ammucchiato nei prati o al riparo delle falde del tetto e nei pascoli di Channes; inoltre, egli porterà tutte le lose di pietra che Quey ha ammucchiato a Sasciel di Ayas, recuperate dal vecchio raccard di Sasciel, poi porterà sul posto anche tutte le pietre che Quey ha preparato in località Le Piaouel damon e tutte le lastre di pietra fatte fare da Quey alla Barma des Vaches. Egli porterà tutti questi materiali sul posto dove deve costruire il raccard”..
Nella metà dei casi, infatti, i lavori sono delle ricostruzioni con reimpiego di materiali appartenenti a edifici in cattivo stato. Si capisce che si approfitta di lavori anteriori già dall’indicazione del luogo del cantiere: bastir de neufz audict lieu de Cunea en une place et court située audict lieu de Cunea appellé la place du vieulx chosal de Bach(8)“costruire un nuovo edificio a Cunéaz, su un cortile e uno spiazzo di deposito di Cunéaz chiamati la piazza del vecchio rudere di Bach.” (1609); ledict Conchastre sera tenu fere sur ung fondement … à pierre dans une pièce de pré dudict Chadel, située audict village de Lignioz, lieudict Lo Chenevier, existante ladicte pièce du cousté du couchant dudict rascard du munier, et, manquant quelque bois outre celluy dudict vieux rascard, sera permis audict Conchastre en prendre de celluy qu’est à présent dans ladicte pièce où se doibt construire ledict rascard autant qu’il sera requis, et icelluy bois charpenter(9)“il Conchastre dovrà fare su una fondamenta in pietra in una parcella del prato di Chadel, situato presso il villaggio di Lignioz, in località Lo Chenevier, a occidente del raccard del mugnaio. Se, una volta preso quello del vecchio raccard, mancherà ancora del legname, viene concesso a Conchastre di prenderne la quantità necessaria da quello che c’è ora sul posto dove dev’essere costruito il nuovo raccard e di utilizzarlo”. (1614). Nel 1680, Jean Jacques Viot costruisce una casa au lieu de Bernozin, à la place du chosal là où estoit la fuzine de maréchal contre le saix, cioè a Bernosin, al posto del rudere dove si trovava la fucina del maniscalco contro la roccia.
Gli scavi e le pareti esterne
Tutti i cantieri iniziano con gli scavi necessari per il corpo dell’edificio. I termini impiegati per indicare questa prima fase sono i seguenti: faire le chavement (1609), en premier lieu, faire le chavement, concavité des domicilles des Drolles, de neufz toises de long et quattre et un quart de large(10)9 tese = 16,83 m; 4 tese ¼ = 7,95 m. (1664), faire toutte la chave et bien fondée sur le dur (1680), o ancora faire les concavures des murailles (1764)(11)“fare lo scavo (1609); in primo luogo fare lo scavo, la cavità per le case di Les Drolles, lunga nove tese e larga quattro tese e un quarto (1664), fare tutto lo scavo fino a fondarsi bene sul solido (1680) o ancora fare lo scavo per i muri (1764)..
Nel caso di Bernosin (1680) dove si costruisce contro un masso, l’artigiano promette de razer et esgaler le saix avec des mines ou encoigneure et le rendre beau et capable pour servir de mur & l’emboucher à chaux … bien et dheuement et bien fonder le mur sur ledict saix, cioè di livellare il sasso con delle mine o con dei cunei e di renderlo bello piano e in grado di servire da muro e di intonacarlo a calce come si deve e di fondare bene il muro sulla roccia. In seguito, si innalzano les murallies à chaux et araine de trois pieds despesseur au fonds et, au sonjon, deux pieds o ancora par le fond de l’espesseur de trois pieds et au sommet de deux pieds (1674)(12)“i muri con calce e sabbia dello spessore di tre piedi nella parte più bassa e due piedi in quella più alta o ancora in basso dello spessore di tre piedi e in alto di due piedi (1674).. Si tratta quindi di muri di circa 94 cm al pianterreno e di circa 62,5 cm all’ultimo piano.
Un secolo dopo, a Pilaz (1764), il maître-maçon Vacher di Fontainemore prevede uno spessore inferiore per il basamento in muratura di un raccard: due piedi e mezzo in basso e due piedi in alto: touttes les murailles de l’épesseur le fondement jusqu’à plan terre de deux pied et demi, soit jusqu’au premières fenetres et dudepuis de deux pied, de la hauteur lesdittes murailles de quinze pied soit les cantonnée. Come si è appena visto, l’altezza dei muri da innalzare si riferisce generalmente all’angolo, la cantonnée, che termina ai piedi del raccard oppure sotto la gronda del tetto per gli edifici in pietra.
Per quanto riguarda i raccard, l’altezza risulta molto approssimativa anche in dipendenza dalla tecnica di costruzione impiegata: tronchi squadrati sovrapposti con incastri agli angoli a mezzo legno. L’altezza viene definita secondo il numero di tours, cioè di “giri”. Con il termine “giro”, si intende il porre quattro pezzi di legno in orizzontale per fare un livello del perimetro dell’edificio; si capisce, quindi, che il numero di “tours” risulta particolarmente significativo. I raccard più comuni comprendono da 16 a 19 “giri”: plus fera et montera un rascard sur jambes à dixneuf tour d’hauteur (si innalzerà un raccard con un’altezza di 19 “giri” – Antagnod, 1674). Fra tutti i prix-faits presi in esame, il raccard più grande è quello di Ardisson,
edificato dai fratelli Obert nel 1728: plus qu’il faira un raccard sur jambes dessus ledit fondement … à quattre chamberaux et l’ayre au millieu d’hauteur de vingt tours de plantes longues touttes écarrées …., cioè un raccard elevato sul basamento… con quattro stanze di deposito per i covoni e l’aia di trebbiatura in mezzo con un’altezza di venti giri di tronchi lunghi tutti squadrati. Non è difficile valutare che sono stati necessari circa 150 tronchi alti 10 metri per costruire questo raccard di cinq toises sur cinq(13)“cinque tese per cinque”. 5 tese = 9,35 m.. In tutto il territorio di Ayas, i raccard edificati nel XV secolo e tuttora conservati presentano altezze che variano da 11 a 13 tours, e utilizzano tronchi non lavorati.
Il grande raccard di Frantse è alto 19 tours; quello a venti sostegni sopraelevati (i cosiddetti “funghi”) di Les Drolles era soltanto de l’hauteur de seize tours, sans comprendre l’oullia soit pointe: era alto cioè sedici giri di tronchi, senza contare il triangolo di punta. Il timpano triangolare della facciata, infatti, è quasi sempre segnalato a questo punto dell’atto ed allo stesso modo (1664, 1680), sia che si tratti di costruzioni in pietra o in legno. I notai designano questa parte della facciata con i termini louille, l’ouilla o, in un caso, l’aiguille (1770), che indicano l’“ago”, ovverosia la punta, proprio dove una volta si infilava la “spina” .
I prix-faits, con le parti che forniscono indicazioni tecniche, sono gli unici documenti d’archivio a descrivere con precisione i modelli locali e le consuetudini che vigevano a Ayas in materia di costruzione.
I modelli in pietra
Il censimento ha messo in evidenza l’importanza delle piccole dimore in pietra a sviluppo verticale con il focolare e la cappa da camino. Si tratta di parti annesse che possono volta a volta essere isolate o adiacenti al raccard. Come nel resto della Valle d’Aosta, il modello è a forma di torre e comprende due o tre livelli, raramente anche quattro. Queste piccole costruzioni vengono costruite tra il XV e il XVIII secolo e sono a pianta quadrata o rettangolare. A Lignod, una di queste reca la data 1554, ma si tratta di un modello di costruzione ancora anteriore(14)REMACLE Claudine, Les maisons rurales en pierre au Val d’Aoste: diversité fonctionnelle et caractères architecturaux (XVe-XVIe siècle), in Le village médiéval et son environnement. Études offertes à Jean Marie Pesez,Paris 1998, pp. 203-220.. Due prix-faits del XVII secolo descrivono questi edifici di piccole dimensioni, con cantina, cucina e camera sovrapposte: uno si trova Aux Allemands, … sçavoir les quattres murailles de l’autheur de trois estages, une maison focaire par le fond, et audessus ung poille, et sur ledict poille une salette (1674), si tratta quindi di quattro muri alti tre piani, con in basso una stanza con focolare, sopra una camera riscaldata e sopra ancora una cameretta; l’altro, che si trova a Blanchard, une crotte … joucte du domicilles vieux, de largeur environ cinq quart de toise et de longeur deux, avec une maison dessus ladicte crotte… (1686). Si trova cioè accanto al vecchio edificio e comprende una cantina voltata larga cinque quarti di tesa e lunga due, con sopra una majón (termine francoprovenzale che indica la stanza con il focolare).
La casa a funzioni concentrate, interamente in pietra, è presentata benissimo nel prix-fait del 1679. La descrizione prende in considerazione uno dopo l’altro gli spazi sovrapposti compresi tra muri portanti: un tennement de domicilles au lieu du Beaubois de ça, pertinences des Allementz, proche les domicilles des hoirs de Laurentz Thuegaz bon & cappables, contenantz une estable, poille dessus & le pailler dessus; plus une crotte jouxte dudict estable, maison dessus, aussy crottée, dessus ladicte crotte est une garde robe dessus, avec la cheminée convenable endicte maison & le réduict dessus ladicte garde robe(15)“una casa a Beaubois aux pertinences des Allemands … che contiene una stalla,con sopra una stanza riscaldata e il fienile sopra ancora; in più una cantina voltata vicino alla stalla, con sopra la majón anch’essa voltata, con una dispensa e il camino e sopra la dispensa il ripostiglio”.. Il notaio Joseph Favre procede allo stesso modo un anno dopo per descrivere la casa da costruire a Bernosin: un estable…; plus un poille dessus de la mesme qualité; plus dessus un paillier…, plus jouxte dudict estable une crotte soit cellier de la mesme longeur dudict estable…, plus dessus une maison crottée de la mesme forme…, plus dessus un garderobe de la mesme grandeur et largeur .
Quando si tratta di descrivere il basamento in muratura di un raccard, il testo dell’atto passa in rassegna uno dopo l’altro gli spazi dei piani, precisando talvolta le corrispondenze tra i piani: que sentendra en icelle construction au fondement, estable et, joinct ledict estable, cellier, entreparti d’ung mur de long, sur l’ensemble dessus esdictz estable et et (sic) cellier, poielle et maison focaire et une chambre, le tout à pierres et mortier à terra(16) “con questa costruzione, s’intenderà al piano di fondazione una stalla e vicino alla stalla la dispensa separata da un muro per lungo. Sopra l’insieme formato dalla stalla e dalla dispensa, la stanza riscaldata, la majón e una camera, il tutto costruito in pietra legata con terra argillosa“. (1609). Per il raccard del notaio Claude Duc di Antagnod, le fondement sera un estable et crotte avec l’alloir; dessus un poille, maison focalle et cabinet, lesdictes maison et cabinet voutez…(1674), il basamento in muratura sarà cioè composto da una stalla e da una cantina a volta con androne; sopra una stanza riscaldata, una majón voltata e uno studio anch’esso voltato. Quasi un secolo dopo, il modello si ritrova invariato.
Il maître-maçon Jean Pierre Vacher di Fontainemore stipula che a Pilaz, per il basamento in muratura di un raccard, dans lesdittes murailles sera faites un étable et cave joint, dessus un poille et une maison joint (1764), cioè che fra i muri sarà fatta una stalla con vicino una cantina e, al piano di sopra, una stanza riscaldata con di fianco una majón.
Le piante prevedono quasi sempre delle scale esterne. Si sale al piano superiore con des degrés à pierre pour entrer à la maison à la porte de devant (1686), vale a dire con dei gradini in pietra per entrare alla porta principale delle majón. Nel caso di doppia abitazione, si sale alle due majón con due scalinate in pietra, una davanti a ogni cantina, (avec deux eschellier de pierre devant chesque crotte pour monter aux deux maisons – 1664).
Un edificio solo presenta una scala interna su tre livelli. Si tratta di un segno dello stato sociale elevato del committente, Jean Jacques Viot. La pianta di questa costruzione è del tutto simile a quella di una casa che si trova tutt’oggi a Rovinal e che, nel XVIII secolo, apparteneva alla famiglia Reymond.
I raccard
I contratti di costruzione mettono in evidenza un punto fondamentale: il basamento in muratura del raccard è considerato come un edificio a sé stante. Quando il prix-fait prende in considerazione entrambe le parti della costruzione, esse vengono distinte in modo netto: si descrive prima completamente la stalla, l’abitazione e tutte le particolarità tecniche legate alla muratura. Solo successivamente si passa al rascard. In alcuni casi, il fondement (basamento) è già stato costruito quando viene stipulato il contratto con il carpentiere; in altri casi, si prevede semplicemente di innalzare i muri o i pilastri e non si parla per niente degli ultimi due piani in legno. Allo stesso modo, si edificano dei raccard su fondements preesistenti.
I testi prescelti presentano una grande varietà di modelli, ma predominano i raccard a pianta simmetrica. In uno dei casi presi in esame (1614), è omessa la descrizione perché si prevede che la costruzione nuova debba seguire la pianta di un altro raccard: ung nouveau rascard à jambes et à palets de la grandeur et auteur et forme qu’est le rascard appelé rascard du munier. Si tratta quindi di un nuovo raccard con pilastrini, da costruire seguendo il modello di quello chiamato “del mugnaio” (stesse dimensioni, altezza e forma).
Queste costruzioni sono descritte molto dettagliamente in tutti i contratti. Alcune sono molto grandi, come il raccard di Les Drolles: plus fera un rascard à vingt jambes… avec deux chamberaux et quattres greniers, deux du couchant et deux du levant , et réduict sur lesdictz greniers a fustes… et deux aires audit rascard l’une sur l’autre (1664);
altri raccard seguono il modello più comune: plus qu’il faira un raccard sur jambes dessus ledit fondement à quattre chamberaux et l’ayre au millieu… avec deux chambres contre les dits chamberaux du cotté du midi vers le grand chemin à chaque cotté au sommet de l’ayre, au devant de l’ayrette(17)“inoltre farà un raccard su pilastrini sopra il basamento … con quattro tchambèrai e l’aia di trebbiatura in mezzo… con due tchambrette contro i tchambèrai dalla parte sud verso il sentiero, da ciascuna parte sopra l’aia, davanti all’aia piccola”. (1728). Soltanto una costruzione in legno è più piccola ed esce dallo schema “classico” di Ayas: è il raccard costruito a Pilaz nel 1770. È stato rilevato e disegnato perché esiste ancora “un racard …à deux chamberaux et l’aira du côté du couchant… con “les bouchets du côté de l’eau blanche pour y faitre une chambre”, cioè un raccard con due tchambèrai e l’aia di trebbiatura a ponente, con le mensole in legno dalla parte dell’Evançon per costruirvi una camera. Nonostante la sua asimmetria, questo piccolo raccard è posizionato sul territorio esattamente come gli altri. L’aia è laterale, ma la doppia porta si trova a monte.
Porte e finestre
Nei contratti, le aperture costituiscono elementi essenziali. Le porte sono indispensabili, dal momento che i modelli di casa usuali di Ayas comprendono raramente una scala interna e poiché non c’è mai comunicazione tra il basamento in muratura ed il raccard. In ogni atto vengono quindi segnalati accuratamente il numero ed il tipo di porte previsti per ciascuna stanza.
Per quanto riguarda le finestre, il peso delle consuetudini appare sin dal primo testo del corpus, in funzione del ruolo delle diverse stanze: faire audict estable deux fenestres et au cellier une aultre fenestre et audict poielle deux aultres fenestres et à la maison focaire une aultre fenestre (1609), fare, cioè, due finestre alla stalla, un’altra alla cantina, due alla stanza riscaldata e un’altra alla stanza con il focolare. Nel caso del grande raccard di Les Drolles, come spesso accade nell’arco alpino, l’abitazione è prevista per due famiglie: ledit estable à trois fenestres de pierre douce blanche travaillée et deux portes, et les crottes a chacune une fenestre de semblable pierre et une porte pour chacune, plus fera deux pettitz poille … avec deux fenestres et une porte pour chasque poille, plus fera deux maisons sur chacune crotte la sienne à une fenestre et une porte l’une(18)“la stalla avrà tre finestre in pietra tenera bianca lavorata e due porte; le cantine avranno ciascuna una finestra sempre della stessa pietra e una porta ciascuna,… si costruiranno… due piccole stanze riscaldate… con due finestre e una porta per ognuna, sopra le cantine voltate si faranno due majón con ciascuna una porta e una finestra”..
La casa a funzioni concentrate di Beaubois (1679) presenta esattamente la stessa disposizione di aperture …qui sont deux fenestre en l’estable et une porte et au poille aussy deux fenestre et une porte, et à maison une porte et une fenestre, et la garde robe aussy une porte une fenestre, cioè due finestre e una porta per la stalla, la stessa cosa per la stanza riscaldata, una porta e una finestra per la majón e la stessa cosa per la dispensa. Facendo la somma, per i due livelli inferiori si ottengono sei finestre e quattro porte, almeno una per stanza, nel modello di casa concentrata unifamiliare. Nel caso della piccola dimora a sviluppo verticale su tre piani a Les Allemands (1674), composta da tre stanze sovrapposte tra i muri portanti, il contratto prevede anche di fare six fenestres et quattre portes. Ai domicilles di Bernosin, costruiti per Jean Jacques Viot nel 1680, la pianta prevede un viret soit escalier devant la crotte… jusqu’au couvert, cioè una scala, probabilmente a chiocciola, che parte davanti alla cantina e arriva fino al tetto. A questo viret, si prevedono trois portes et trois fenestres. La dimora comprende perciò dieci porte e dodici finestre in tutto, contando sia le porte verso l’esterno sia quelle interne. Inizialmente, la stalla ed il péyo presentano due finestre, mentre la cantina e la majón, tradizionalmente, hanno una finestra sola, tranne negli edifici di grandi dimensioni.
Sovente, le aperture del raccard non sono descritte, forse perché sono rese obbligate dalla planimetria e dalla funzione stessa: aia di trebbiatura centrale, numero di depositi per covoni e di granai, di tchamberette.
I telai in legno delle porte e delle finestre vengono chiamati armements à bois; sono murés à la muraille (1674) oppure plantés au milieu des murailles, formano cioè un corpo solo con la muratura. Questi telai sono, infatti, posizionati direttamente nel muro durante la costruzione degli stipiti dell’apertura.
Quando, invece, i telai di porte e finestre sono in pietre squadrate, sono à battants de pierre oppure à pierre douce blanche travaillée (1664), cioè scolpite in pietra tenera bianca (probabilmente calcare o pietra ollare). Se le porte e le finestre sono ad arco, si specifica che le due porte saranno garnies à chaux et araine et non à bois,…et che les fenestres saranno vottées tant dedans que dehors, sinon les deux portes des poilles qui seront faictes à garniture de bois avec les palanches, coursières au dedans des murailles(19)“le due porte saranno finite con intonaco di calce e sabbia e non di legno, … le finestre saranno voltate sia all’interno sia all’esterno, … come le porte, tranne le due porte dei péyo che avranno il telaio in legno con delle traverse (di chiusura ) che scorrono nel muro”. (1664). Questi “travi che scorrono nel muro” si ritrovano in diversi prix-faits; si tratta di sbarre spesse e squadrate che venivano sistemate dietro le porte per barricarsi all’interno e che scorrevano in una sede appositamente lasciata all’interno dei muri. Questo particolare tecnico, che ricorda le abitudini medievali, era comune in Valle d’Aosta fino al XIX secolo. Per quanto riguarda le caratteristiche esterne delle aperture, ad Ayas i collarini d’intonaco per la riquadratura delle aperture sono molto precoci. Sono citati, ad esempio, nelle finiture delle opere in muratura per la dimora del notaio Claude Duc:
le reste des murallies rusquer avec les moustres des fenestres et portes(20)“intonacare il resto dei muri con i collarini delle finestre e delle porte”; il termine moustres attribuito alle finestre non è, in questo caso, di facile interpretazione. Lo è, invece, in altri prix-faits redatti dal notaio Claude Duc, per esempio: A.N.A. CT476, 9/8/1676, plus la rusque belle de trois costez de tout ledit domicille avec la moustre des fenestres au dehors (più l’intonaco civile su tre lati dell’intero domicilio, con la riquadratura delle finestre all’esterno). (1674).
A Ayas, le finestre presentano caratteristiche simili a quelle del resto della regione. Per acquisire i diritti di vista e di luce, il Coutumier, pubblicato a Chambéry nel 1588, vuole che esse siano croisées, ferrées(21)Coutumier del 1588, in vigore sino al 1773. Libro III. Tiltre VIII. Des vues et des fenestres. Articoli III e IV. F° 373., cioè che siano dotate di inferriate. Nel caso di Cunéaz, nel 1609, le finestre sono quindi avec leurs croisées à fer, scavoir les trois fenestres au fondement à deux bastons croisés et celles desdictz poiellie et maison à quattre bastons pour chascune beaux et convenables, che significa che devono avere delle inferriate: per le tre finestre nel basamento in muratura, inferriate a due barre incrociate, mentre quelle del péyo e della majón a quattro barre ben lavorate. Dal momento che le sbarre in ferro battuto (les croisées e les ferrages) sono incastrate nei muri durante la costruzione, il committente deve sempre fornirle per tempo per non intralciare lo svolgimento dei lavori. I vetri non sono menzionati in nessuno dei prix-faits del corpus considerato. All’epoca, il vetro costituiva un materiale molto raro. Eppure, sappiamo da un inventario dopo decesso del 1699 che, talvolta, vi è una preziosa verrière à la fenestre de l’estable, cioè una “ finestra vetrata” nella stalla. Si precisa inoltre che essa possiede neufz carrous (è fatta in nove quadratini) e vale 4 écus(22)A. N. A. Notaio Mathieu Obert. CT971. 21/2/1699 – vedere anche A.N.A. CT458. 27/6/1774. Inventario dei beni di Jean Louis Brunod al Crest: audit estable y est les vitrails à touttes les deux fenestres (entrambe le finestre della stalla hanno dei vetri)., che equivale al prezzo di una bella pecora.
I dettagli costruttivi dei raccard
In realtà, soltanto alcune parti delle costruzioni in legno sembrano interessare i contraenti. L’aspetto più importante è il numero di jambes, cioè di pilastrini a forma di fungo, tanto da far pensare che non siano sempre esistiti. Si trovano dei prix-faits di raccard sans jambes (1609), non sopraelevati, oppure à jambes et paletz (1614), con pilastrini e dischi in pietra.
Questi ultimi poggiano su ritti in legno per impedire ai roditori l’accesso alle riserve di grano. Prima di montare i pilastrini, si posa sul basamento in muratura una fila di tronchi squadrati assemblati agli angoli a mezzo legno, per distribuire sui muri in pietra del basamento il peso della struttura in legno; perciò, si stipula che si faira le plantemant dudit racard sur jambes en y mettantz des pierres rondes sur les dites jambes et les jambes seront plantées sur des poutres vulgairrement appellé crogère(23)“farà l’elevazione del raccard su jambes mettendo delle pietre circolari su questi pilastrini e i ritti saranno appoggiatii su delle travi comunementee chiamate crogère””. (1770), cioè les croisées nécessaires au dessous des jambes du raccard(24)“le travi necessarie sotto i pilastrini del raccard”. (1728).
Il contratto del 1664 presenta queste travi senza nominarle: sulle soffite dei péyo e delle majón seront posez quattre trabz reposants sur les murailles et pilliers avec un autre trab au milieu pour asseoir au dessus les jambes du rascard(25)“sugli assiti dei péyo e delle majón saranno posate quattro travi poggianti sui muri e pilastri con un’altra trave in mezzo per appoggiarvi sopra i pilastrini del raccard”.. Questi elementi incrociati sono essenziali non solo per dare stabilità alla struttura in legno, ma anche per il basamento in muratura. Grazie a queste travi, infatti, la muratura non è sottomessa a sovraccarichi puntuali, generalmente responsabili delle crepe.
Un altro aspetto che suscita l’attenzione dei contraenti è quello degli assiti. Essi sono, ad esempio, descritti con una cura particolare a Les Drolles (1664): un raccard de l’hauteur de seize tours… avec deux chamberaux et quattres greniers…, et réduict sur lesdictz greniers a fustes saufz les sollivan dessus et dessoubz qui seront faictz à aix, et les fondz des chamberaux seront faitz à aix joinctz et non cousuz , et deux aires audit rascard l’une sur l’autre à aix cousuz, et une loge de neufz toises de long et une de largeur sans boudron audevant dudit rascard …(26)“un raccard … di sedici “giri” di altezza… con due depositi per covoni e quattro granai … ed un ripostiglio sopra questi granai, fatti con tronchi tranne l’assito e il soffitto, fatti con assi, e l’assito dei depositi per covoni sarà fatto con assi accostate e non cucite (immaschiate). Inoltre, questo raccard comprenderà due aie di trebbiatura una sopra l’altra fatte con assi immaschiate, e una “loggia” lunga nove tese e larga una senza assi verticali sul davanti del raccard“.”..
Assiti e soffitti, in questo caso, sono quindi costruiti con assi, semplicemente accostate per i tchambèrai, ma incastrati l’uno nell’altro per le aie di trebbiatura, dove devono essere particolarmente resistenti ed ermetici per non perdere il grano. Questi aix cousus, letteralmente “assi cuciti”, sono delle assi ad incastro longitudinale inserite in travicelli sagomati a I. Nel caso del raccard di Ardisson, il lavoro risulta meno meticoloso: per fare gli assiti dei depositi per covoni si prevedono delle assi di recupero (des aix vieux) di un vecchio raccard acquistato in occasione dei lavori.
A Ayas, come in numerose regioni alpine, il soffitto della stanza di abitazione è sostenuto da una grossa trave. Ad esempio, nel Vallese(27)EGLOFF W., Les maisons rurales du Valais,. I.,Basel 1987, pp. 233-236., la trave maestra della camera riscaldata è incisa di segni di protezione e dei nomi della coppia fondatrice della casa. La medesima tradizione si ritrova a Saint-Rhémy-en-Bosses, in Valle d’Aosta. Anche a Cogne, dove si abitava tutto l’anno nel bon beu, in una parte della stalla, il soffitto era sostenuto da una trave simile che andava da un lato all’altro della stalla abitata e che, nell’archivio, viene designata col termine traversier, in patois traversèn. Nei testi relativi a Ayas, questa grossa trave viene chiamata il tra bordonal(28)Il termine bordonal veniva impiegato per indicare l’importanza, la superiorità di una cosa rispetto a un’altra. Ad esempio, a Gressan esiste il “rû bordonal”.. Il soffitto delle stalle dove si viveva durante i mesi invernali era diviso da questo elemento orizzontale in legno che sovente era sostenuto nel mezzo da un palo ligneo chiamato collonne. Nella descrizione dei soffitti del basamento in muratura del raccard di Les Drolles, si precisa che quello della stalla dev’essere doppio:
plus fera deux sollivanz audit estable l’un proche de l’autre, le dessoubz à soullie et l’autre à ongle a mesme trabz avec le trab bordonal dessoubz ledit plancher et sa collomne au millieu. Plus fera le sollivan, soit plancher, de deux poilles à la francoise, soit à boudron et les deux planchers des deux maisons à la mode accoustumée(29)“si faranno due soffitti alla stalla, uno vicino all’altro, quello sotto con scanalature e quello sopra a incastro in un unica trave con, sotto il soffitto, la trave “bordonal” e il suo palo nel mezzo. In più si farà l’assito dei due péyo alla francese (probabilmente, con travicelli accostati) e i due assiti delle due majón come al solito“.”La tecnica di costruzione non è facilmente interpretabile.. E’ interessante notare che questa tecnica viene definita “alla francese”; si tratta evidentemente di un uso di importazione relativamente recente a quei tempi.
Le comodità
I mezzi di riscaldamento e la finitura dell’abitazione (majón, stalla e péyo) costituiscono senz’altro degli elementi per rendere confortevole la casa. La majón è caratterizzata dal camino con il focolare aperto, e viene definita negli atti notarili maison focalle opure maison focaire. Il contratto per la piccola dimora a tre piani costruita a Les Allemands nel 1674 prevede di lever une cheminée, soict charfieur, dès la maison jusqu’au sommet, et la teste d’icelluy passant le couvert alord à un beau desseing nouveau, cioè di costruire un camino che va dal basso della casa fino al tetto, con la cima decorata con un bel disegno nuovo; si tratta cioè di un camino che segue la moda dell’epoca. Ovviamente ha il suo prezzo: une pistolle, moitié d’Espagne, moitié d’Italie. A Bernosin, nella majón della casa a funzioni concentrate (1680), il maestro-muratore Pierre Favre doit faire un vuidiou de l’eau & la cheminée belle et convenable contre le poille & une belle bonne placqua pour eschauffer ledict poille(30)“deve fare un acquaio in pietra ed il camino bello e adatto contro il péyo e con una bella e buona piastra per riscaldare questa stanza”.. In questo caso, ci si trova di fronte ad un altro sistema: in fondo al focolare, inserita nel muro divisorio, una lastra quadrata di pietra serve da accumulatore di calore e riscalda il péyo che si trova al di là del muro. Non si tratta di una struttura particolare come una stufa che si ritrova solo nel 1609 a Cunéaz, nella casa edificata per Jacques de Jacques Dondeynaz: ung beau fornet de pierre doucze posé et planté audict poille, vale a dire una bella stufa in pietra ollare sistemata nel péyo. In questa casa, la parete divisoria tra la majón e il péyo è costruita in legno e gli altri muri sono forrez…à lans et hes, ovverosia rivestiti di assi di legno messi in verticale.
Per quanto concerne i raccard costruiti su un basamento in muratura a due piani, con una o più maisons focales collocate al di sotto dell’ampia struttura in legno, risulta evidente il problema della sicurezza, legato alla presenza del camino. Il timore degli incendi non è espresso esplicitamente nel testo, ma si precisa che bisogna costruire à chasque maison sa cheminée, soit charfieur, le long de la muraille hors du rascard (1664), cioè ad ogni majón il proprio camino lungo il muro, fuori dal raccard. Cent’anni dopo, si parla di une cheminée sortant du rascard (1764), un camino fuori dal raccard.
La finitura dei muri con un intonaco di calce rappresenta un’altra fonte di confort. In sette casi su dieci, si parla di malta a base di calce. Ayas infatti è uno dei comuni dove si trovano dei giacimenti di pietra da calce. Le fonti ne segnalano nei pressi di Rovinal(31)A.N.A. CT407, 23/5/1716.. Nelle sue memorie, il parroco Clos indica che si trovano abbondanti pietre da calce nei dintorni di Saint-Jacques(32)A. Clos, mémoire de la paroisse d’Ayas (1889), di Saverio Favre, Aosta 1997, p. 143.. Il forno da calce era localizzato lungo l’Évançon sul ripido pendio a valle di Rovinal; l’impianto circolare, ormai in condizione di rudere, è tuttora visibile.
Il piano destinato all’abitazione sotto il raccard di Les Drolles è particolarmente curato (1664): lesquelles muraillies dudit domicille seront despesseur de deux pied et demy, le tout à chaux et à araine avec touttes les murailles embochées à la première main soit rusque, et les poilles blanc au dedans, les fenestres aussy blanchies au dehors(33)“I muri di questa dimora saranno spessi due piedi e mezzo, sigillati tutti a calce e sabbia e interamente intonacati con una prima mano, cioè al rustico, i péyo saranno imbiancati all’interno e le finestre imbiancate anche sul risvolto esterno“.. L’abitazione costruita per il notaio Claude Duc a Antagnod è in parte voltata, imbiancata e intonacata (1674): les dites maison et cabinet voutez, le cabinet et poille blanchis, lereste des murailles rusquez, cioè la casa e lo studio voltati, lo studio e il péyo imbiancati e il resto dei muri semplicemente intonacati. Allo stesso modo, nel 1680, si prevede di intonacare la dimora di Bernosin all’interno e all’esterno, tranne il fienile: de donner une main à la rustique auxdicts murs dedans et dehors, saufz au paillier. L’altezza del soffitto varia secondo la funzione delle stanze (1679): l’estable de trois toises d’un costé et deux toises et demy de l’autre costé et la crotte aussy de trois toise d’un costé et une et demy de l’autre & maison, poille et garde robe à la mesme mesure et d’auteur six piedz pour chesques domicilles saoufz le pallier et garde robe cinq piedz et demy(34)“la stalla di tre tese da un lato e di due tese e mezzo dall’altro e anche la cantina di tre tese da un lato e dall’altro una e mezza, la majón, il péyo e la dispensa delle stesse dimensioni e sei piedi di altezza per ogni stanza, salvo il fienile e la dispensa di cinque piedi e mezzo”..
I balconi, la carpenteria e la copertura
Nei secoli XVII e XVIII i tetti nuovi sono quasi tutti ricoperti di labies, vale a dire di lastre in pietra. I tetti sporgono soltanto dal lato su cui sono costruite le loges, cioè i balconi: plus fera la couverture du rascard affranchie à plombin apportion des loges(35)“inoltre si farà la copertura del raccard a piombo dei balconi”. (1664). I balconi si trovano davanti alla majón e al péyo, ed anche al piano di sopra. Nella facciata in pietra vengono inserite delle mensole lignee piantate all’esterno nel muro e chiamate bouchetz oppure bochets des loges. Per il raccard di Bernosin, Pierre Favre doit planter des bouchets pour faire deux loges, une devant le poille et maison et l’autre devant le pailler et garde-robe, deve, cioè, mettere delle mensole per fare due balconi, uno davanti al péyo e alla majón, l’altro davanti al fienile e alla dispensa; inoltre, egli si impegna a porre il trave di colmo nel mezzo dell’edificio, poi sopra questo i puntoni ed in seguito i listelli, in modo che i muri siano coperti e ben rifiniti e che il tetto sporga sul davanti di una tesa, cioè di 1,87 m (de mettre le corp, planter les chevrons et lattes et faire une couverture bonne et cappable, touttes les murailles assestées tout autour, saufz devant, qui doit estre une toise de couvert hors de la muraille et le corp au milieu de la couverture – 1680).
In questo prix-fait, non viene citato il lavoro di preparazione dei materiali che bisogna squadrare e segare. Per questo, il committente dà sovente una mano. Ad esempio, nel 1679, ledict Pession a promis de fornir le bois tant chevrons qu’autres, proches du travail, et escarrer la première main ce qui sera à rézé; il Pession ha promesso, quindi, di fornire il legno per i puntoni e per le altre necessità sul luogo del cantiere, e anche di squadrare grossolanamente quanto dovrà essere segato. D’altro canto, per il raccard di Pilaz (1770) si precisa che Quey sciera et préparera les lates pour ledit toit et fournira tout le bois nécessaire pour ladite construction, et tous ces bois sera escarrés par ledit Quey. Quey dovrà perciò segare e preparare i listelli per il tetto, nonché fornire tutto il legno necessario per la costruzione già squadrato.
I prezzi delle costruzioni
Risulta molto difficile avere un’idea del costo della costruzione senza possedere dati di riferimento paralleli. I prezzi unitari sono estremamente rari. Nei prix-faits selezionati, soltanto il costo della casa del notaio Claude Duc è valutato in base a una tariffa legata al “toisé” dell’edificio, cioè alla valutazione del lavoro applicando alle quantità eseguite dei prezzi unitari alla fine del cantiere (1674): ogni tesa di muro, di cantina a volta o di camino costa dieci fiorini, ogni tesa di tavolato e ogni porta 6 fiorini. Fortunatamente, il prix-fait del 1664 fornisce un termine di paragone per i costi assai interessante, curioso, ma obiettivo. Fra quanto deve essere pagato in natura, infatti, ci sono six moutons de la valleur de trois escuz et demy l’un, vale a dire sei pecore del valore di tre scudi e mezzo (che equivale a 17,5 fiorini) ciascuna. Possiamo quindi valutare che il grande raccard a 20 jambes edificato a Les Drolles (pagato 760 scudi più 6 pecore) ha un valore pari a quello di un gregge di 223 pecore, senza contare i generi alimentari o altro forniti durante i lavori: grano, burro, formaggio, corda, canapa e due camicie nuove.
Basandosi sullo stesso paragone, si deduce facilmente che le due case in pietra a funzioni concentrate edificate nel 1679 e nel 1680 a Bernosin e a Beaubois vengono pagate ciascuna 260 scudi, cioè il valore equivalente a quello di un gregge di 74 pecore (più la fornitura di un cappello!), mentre il piccolo edificio annesso con focolare di Blanchard ha un valore pari circa a 20 pecore.
Tuttavia il confronto con altri beni non è di per sè del tutto attendibile; meglio sarebbe poter apprezzare il valore reale della stima in denaro. A questo scopo si può utilizzare il lavoro svolto da Zanolli in una ricerca sul comune di Lillianes. Nella sua monografia su questa parrocchia, Orphée Zanolli ha dedicato un capitolo alle monete ed al loro valore dal XIV al XVIII secolo. Dal 1660 al 1693 la giornata di un operaio viene retribuita con 20 “sols“”, circa uno scudo e un po’ meno di due fiorini(36)ZANOLLI O., Lillianes, I, Aoste, 1985, p. 400 e pp. 414-419.; nel 1677, la giornata di un manovale per il trasporto di sabbia vale uno scudo. Il piccolo edificio annesso di Blanchard ha un valore di 70 scudi(37)Sono pagati in cinque volte, mentre la maggior parte delle opere vengono pagate en trois rates, in tre rate., ovvero 52,2 giornate per un operaio; la casa in pietra di Beaubois vale 260 scudi, mentre l’ampio raccard a venti pilastrini di Les Drolles ne vale 760.
Nel XVIII secolo, la giornata di un operaio vale 22 “sols”. Il raccard di Ardisson ha un valore di 540 libbre di 20 “sols”, cioè di 490 giornate lavoro per un operaio. Malgrado le dimensioni, sembra molto caro perché non è rifinito molto bene. Il piccolo raccard di Pilaz vale solo 63 libbre. Per fare un paragone più concreto, come quello delle pecore, si può considerare che il raccard di Ardisson ha un valore approssimativo di 14 mucche, mentre quello di Pilaz ne vale solamente 2(38)In quel periodo, il valore del bestiame è simile nella Signoria di Vallaise e ad Ayas..
Gli artigiani
Il corpus di base utilizzato per redigere questo capitolo costituisce un insieme unitario. Quello che ne è emerso non contrasta con quanto contenuto negli altri testi trovati nell’archivio notarile. Emerge chiaramente che a Ayas gli artigiani, muratori(39)Vedere anche VASSALLO M. Il cuore antico di Ayas, Aosta 1997, p. 102,22 maggio 1599, Jacques fu Claude Perret, maçon d’Antagnod. e carpentieri, sono persone del luogo. Alcuni sono veri “impresari”, benché all’epoca questo termine non compaia mai nei testi. Essi dirigono delle piccole squadre di operai(40)A.N.A. CT 476. Notaio Claude Duc. Convenzione del 18 febbraio 1672., di cui, naturalmente, non si sa attualmente quasi nulla, a parte che il committente deve provvedere al loro sostentamento durante tutta la durata dei lavori. Sono qui a seguito elencati i maistres massons e/o maistres charpentiers (muratori e carpentieri) i cui nomi ricorrono più frequentemente nei documenti: Pierre di Pierre Conchastre, detto Sargin dal 1608 al 1614, che restaura l’edificio rurale della parrocchia nel 1614, Jacques, figlio illegittimo di Cymon Pierre Dondeyna di Cunéaz, detto Ginnoz (1609), un altro Jacques Dondeynaz detto Ginnoz, un omonimo che trasforma la cappella di Champoluc nel 1658 e chiamato probabilmente “Jacques Dondeynaz il vecchio di Champoluc” nel 1672 e nel 1680; Mastro Martin di Pierre Favre di Les Allemands (1664), che ricostruisce il raccard della parrocchia di Antagnod nel 1666, come maître masson et charpentier du lieu des Allemandz, e che lavora ancora nel 1680; Pierre di Martin Favre, che ricostruisce il campanile della cappella di Magnéaz nel 1686; dal 1704, Mastro Joseph Favre del defunto Pierre; Mastro Claude Favre del defunto Mastro Pierre di Périasc nel 1728; Jean Louis Dondeynaz figlio di Jean Louys opera nella seconda metà del XVIII secolo. Si porterebbero citare molti altri nomi, anch’essi della parrocchia di Ayas, che compaiono nei testi una volta sola.
Prima di concludere questo capitolo, è il caso di porsi una domanda importante. Come mai a Ayas, contrariamente a quanto avviene nel resto della Valle, non si incontrano quasi migranti stagionali provenienti dalla Valle del Lys(41)REMACLE Claudine, L’habitat rural d’autrefois à Fénis, in Fénis. Une communauté au fil de l’histoire. AA VV, a cura di E.-E. Gerbore, 2000, pp. .? Non è forse restrittivo pensare che ad Ayas il mercato della costruzione fosse sempre stato un monopolio degli abitanti del luogo e completamente chiuso ai migranti stagionali? Questi ultimi, probabilmente, facevano parte per secolare abitudine delle squadre che lavoravano nei cantieri. Sappiamo che in certi periodi gli abitanti di Fontainemore, di Issime e di Perloz varcavano i colli per recarsi a lavorare nella Valle di Challand come muratori qualificati. È il caso, ad esempio, di Jean Pierre fu Pierre Vacher di Fontainemore nel 1770(42)A.N.A. CT. Ad Ayas, si trovano Laurent Gros di Fontainemore nel 1734, Pierre Trenta di Issime nel 1748, Barthélemy Vignat di Perloz nel 1749., ma, dati i loro ruoli subalterni, sono citati nelle fonti in maniera molto fugace…
Nel XVIII secolo, la maggior parte degli artigiani appartiene alla comunità di Ayas e, in particolare, a quella di Cunéaz. I giovani, molto numerosi, sono costretti a emigrare per aller travailler à la grande scie en Piémont(43)Per andare a lavorare come segantini in Piemonte. A.N.A. CT 407-409. I figli del notaio Jean Pierre Desenfans partono durante l’inverno e si recano nei pressi di Torino, 1711-1723. oppure traffiquer in Lorena o in Germania. Durante la loro formazione, alcuni giovani lavorano con muratori esperti più vecchi. Verso il 1670, diversi muratori che conoscono bene il mestiere assumono dei giovani valetz, ovvero lavoranti. Jaques Vincent de Gressoney, Maistre Joseph Burguey di Ayas e Maistre Jaques le jeusne Dondeynaz assumono vari apprendisti(44)A.N.A. CT 539, CT 475, CT 484. acceptant de demeurer à leur service… pour l’espace de trois ans pour travailler en l’art de maçonnerie et ce au pays de Lorranie; si tratta, cioè, di giovani che accettano di rimanere al loro servizio durante tre anni per lavorare come muratori in Lorena. Nel 1680, l’esperto muratore Pierre Favre prende come apprendista un ragazzo di Gressoney, Jean Pierre di Angellin Curtaz. Sono più rari, invece, i contratti di associazione propriamente detti. Tuttavia, Maistre Dondeyna et Maistre Joseph d’Isaac Billia stipulano nel 1672 d’estres compagnons et frères pour travailler au mestier de massonerie et taille de pierre… audict pays de Lorraine, …pendant le temps et terme de trois ans advenir, plus les valletz qu’ilz prendront exigeront le prouffict qu’ilz auront sur iceux soit aussi par moitié… plus ont convenu que pour Jean Philibert, frère dudit Billia, ilz donneront pendant les trois ans la quantité de cinq pistolles et moitié d’une et un pair de bons solliers(45)A.N.A CT476. 7/3/1672 “di essere compagni e fratelli per lavorare come muratori e tagliapietre …in Lorena …durante tre anni a partire da ora, inoltre per i servitori che prenderanno il profitto che si otterrà su di loro sarà anch’esso diviso per metà… inoltre hanno stipulato che durante questi tre anni daranno a Jean Philibert, fratello di Billia, cinque “pistolles” e mezzo ed un paio di scarpe buono“..
Il fatto che muratori e carpentieri avessero lavori e rapporti con altre zone, situate a nord e a sud delle Alpi, è molto importante. Sarebbe infatti difficile spiegare le trasformazioni tecniche e architettoniche locali se noi immaginassimo ingenuamente che questi artigiani costruttori vivessero isolati in mezzo alle montagne, distanti dal resto del mondo, come fa una certa letteratura che cerca di spiegare ogni forma facendola risalire a remote origini locali. Dal XVI al XVIII secolo, il resto d’Europa era forse politicamente più lontano d’adesso, ma non fisicamente; e la cultura e le tecniche vi si propagavano molto più velocemente di quanto oggi non ci rendiamo conto, proprio grazie a queste migrazioni della manodopera qualificata. D’altra parte, a Ayas, a partire dal XVI secolo, si è anche sviluppata un’arte della carpenteria completamente originale. Questa padronanza del mestiere trova le sue origini in un passato profondo, ma si è sicuramente consolidata grazie ai contatti che gli artigiani avevano con l’esterno(46)A.N.A. CT 442, 22/5/1718. Témoin: Sieur Isaac de fû Jaques Billaz de Cunéaz, charpentier au régiment de Savoye pour Sa Majesté (Testimone: Sire Isacco di fu Jaques Billiaz di Cunéaz, carpentiere di Sua Maestà presso il reggimento di Savoia)..
Testo pubblicato in Claudine Remacle, D. Marco, G. Thumiger, Ayas. Uomini e architettura, Ed. Livres et musique, Ayas, 2000.
References
↑1 | Archivio Notarile di Aosta (= A.N.A.) CT488. 6/8/1674 |
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↑2 | A. N. A. CT1015. Le tout sera de longueur et largeur de cinq toises de chaque côté suivant le petit dessein qu’ils en ont pris. (L’insieme sarà lungo e largo cinque tese per lato secondo il piccolo disegno che ne hanno fatto). |
↑3 | “in tre anni a contare da oggi, a meno che in questi tre anni avvenga un rincaro notevole o un’epidemia di peste, in qual caso questo lavoro dovrà essere consegnato fra quattro anni”. |
↑4 | “Viot ha promesso di lasciare i resti della vecchia costruzione a Favre, salvo riservarsi tutto ciò che sia riutilizzabile come finitura nel nuovo edificio da costruire”. |
↑5 | Un toponimo Ardisson si trova tuttora sotto il villaggio di Pilaz. Curiosamente però corrispondono a quelle di questo prix-fait le dimensioni, la data et le iniziali del raccard di La Croix, presso Le Trochey. |
↑6 | “i fratelli Obert avranno l’obbligo di fornire tutte le pietre, le lastre di pietra e tutti gli alberi, tanto nel caso che siano reperibili sul posto o che ne manchino, salvo dieci alberi che Favre taglierà sul pascolo del Drosey ( Lo Drôsei: parcella F°57 6-c) che appartiene ai fratelli Obert per fare le travi della stalla e altre cose necessarie; e nel caso che sul suddetto pascolo non vi sia la quantità precisata, egli ne acquisterà al prezzo fissato da esperti alle spese dei fratelli Obert; inoltre Favre taglierà sei alberi che si trovano sul pascolo di Buzaille (Boeddzayè: parcella F°59 6,7,8,9, ABCD) appartenente agli stessi fratelli Obert, per fare le assi dell’assito della stalla, a patto che per fare le separazioni interne e altre parti secondarie del raccard il Favre utilizzi il legname del vecchio raccard da demolire. Inoltre, per la copertura del raccard, il Favre fornirà i puntoni necessari con i relativi listelli, tranne quelli recuperabili del vecchio raccard (e quelli che sono sul fienile acquistato da Pierre Emanuel Chasseur: aggiunta), e fornirà egli stesso tutti quelli mancanti”. |
↑7 | “ha preparato il legname, le lose e le pietre per fare i pilastri per sostenere un raccard e, perciò, ha giudicato opportuno dare l’incarico, tanto per portare sul posto legno, lastre di pietra e pietre che par la manodopera di questo raccard, a Discret Jean Joseph del defunto Jean-Pierre Favre, originario anch’esso di Ayas. E quivi residente; e in primo luogo Jean-Joseph Favre si impegna con questo stesso contratto a portare sul posto tutti gli alberi che Quey ha preparato e ammucchiato nei prati o al riparo delle falde del tetto e nei pascoli di Channes; inoltre, egli porterà tutte le lose di pietra che Quey ha ammucchiato a Sasciel di Ayas, recuperate dal vecchio raccard di Sasciel, poi porterà sul posto anche tutte le pietre che Quey ha preparato in località Le Piaouel damon e tutte le lastre di pietra fatte fare da Quey alla Barma des Vaches. Egli porterà tutti questi materiali sul posto dove deve costruire il raccard”. |
↑8 | “costruire un nuovo edificio a Cunéaz, su un cortile e uno spiazzo di deposito di Cunéaz chiamati la piazza del vecchio rudere di Bach.” |
↑9 | “il Conchastre dovrà fare su una fondamenta in pietra in una parcella del prato di Chadel, situato presso il villaggio di Lignioz, in località Lo Chenevier, a occidente del raccard del mugnaio. Se, una volta preso quello del vecchio raccard, mancherà ancora del legname, viene concesso a Conchastre di prenderne la quantità necessaria da quello che c’è ora sul posto dove dev’essere costruito il nuovo raccard e di utilizzarlo”. |
↑10 | 9 tese = 16,83 m; 4 tese ¼ = 7,95 m. |
↑11 | “fare lo scavo (1609); in primo luogo fare lo scavo, la cavità per le case di Les Drolles, lunga nove tese e larga quattro tese e un quarto (1664), fare tutto lo scavo fino a fondarsi bene sul solido (1680) o ancora fare lo scavo per i muri (1764). |
↑12 | “i muri con calce e sabbia dello spessore di tre piedi nella parte più bassa e due piedi in quella più alta o ancora in basso dello spessore di tre piedi e in alto di due piedi (1674). |
↑13 | “cinque tese per cinque”. 5 tese = 9,35 m. |
↑14 | REMACLE Claudine, Les maisons rurales en pierre au Val d’Aoste: diversité fonctionnelle et caractères architecturaux (XVe-XVIe siècle), in Le village médiéval et son environnement. Études offertes à Jean Marie Pesez,Paris 1998, pp. 203-220. |
↑15 | “una casa a Beaubois aux pertinences des Allemands … che contiene una stalla,con sopra una stanza riscaldata e il fienile sopra ancora; in più una cantina voltata vicino alla stalla, con sopra la majón anch’essa voltata, con una dispensa e il camino e sopra la dispensa il ripostiglio”. |
↑16 | “con questa costruzione, s’intenderà al piano di fondazione una stalla e vicino alla stalla la dispensa separata da un muro per lungo. Sopra l’insieme formato dalla stalla e dalla dispensa, la stanza riscaldata, la majón e una camera, il tutto costruito in pietra legata con terra argillosa“. |
↑17 | “inoltre farà un raccard su pilastrini sopra il basamento … con quattro tchambèrai e l’aia di trebbiatura in mezzo… con due tchambrette contro i tchambèrai dalla parte sud verso il sentiero, da ciascuna parte sopra l’aia, davanti all’aia piccola”. |
↑18 | “la stalla avrà tre finestre in pietra tenera bianca lavorata e due porte; le cantine avranno ciascuna una finestra sempre della stessa pietra e una porta ciascuna,… si costruiranno… due piccole stanze riscaldate… con due finestre e una porta per ognuna, sopra le cantine voltate si faranno due majón con ciascuna una porta e una finestra”. |
↑19 | “le due porte saranno finite con intonaco di calce e sabbia e non di legno, … le finestre saranno voltate sia all’interno sia all’esterno, … come le porte, tranne le due porte dei péyo che avranno il telaio in legno con delle traverse (di chiusura ) che scorrono nel muro”. |
↑20 | “intonacare il resto dei muri con i collarini delle finestre e delle porte”; il termine moustres attribuito alle finestre non è, in questo caso, di facile interpretazione. Lo è, invece, in altri prix-faits redatti dal notaio Claude Duc, per esempio: A.N.A. CT476, 9/8/1676, plus la rusque belle de trois costez de tout ledit domicille avec la moustre des fenestres au dehors (più l’intonaco civile su tre lati dell’intero domicilio, con la riquadratura delle finestre all’esterno). |
↑21 | Coutumier del 1588, in vigore sino al 1773. Libro III. Tiltre VIII. Des vues et des fenestres. Articoli III e IV. F° 373. |
↑22 | A. N. A. Notaio Mathieu Obert. CT971. 21/2/1699 – vedere anche A.N.A. CT458. 27/6/1774. Inventario dei beni di Jean Louis Brunod al Crest: audit estable y est les vitrails à touttes les deux fenestres (entrambe le finestre della stalla hanno dei vetri). |
↑23 | “farà l’elevazione del raccard su jambes mettendo delle pietre circolari su questi pilastrini e i ritti saranno appoggiatii su delle travi comunementee chiamate crogère””. |
↑24 | “le travi necessarie sotto i pilastrini del raccard”. |
↑25 | “sugli assiti dei péyo e delle majón saranno posate quattro travi poggianti sui muri e pilastri con un’altra trave in mezzo per appoggiarvi sopra i pilastrini del raccard”. |
↑26 | “un raccard … di sedici “giri” di altezza… con due depositi per covoni e quattro granai … ed un ripostiglio sopra questi granai, fatti con tronchi tranne l’assito e il soffitto, fatti con assi, e l’assito dei depositi per covoni sarà fatto con assi accostate e non cucite (immaschiate). Inoltre, questo raccard comprenderà due aie di trebbiatura una sopra l’altra fatte con assi immaschiate, e una “loggia” lunga nove tese e larga una senza assi verticali sul davanti del raccard“.”. |
↑27 | EGLOFF W., Les maisons rurales du Valais,. I.,Basel 1987, pp. 233-236. |
↑28 | Il termine bordonal veniva impiegato per indicare l’importanza, la superiorità di una cosa rispetto a un’altra. Ad esempio, a Gressan esiste il “rû bordonal”. |
↑29 | “si faranno due soffitti alla stalla, uno vicino all’altro, quello sotto con scanalature e quello sopra a incastro in un unica trave con, sotto il soffitto, la trave “bordonal” e il suo palo nel mezzo. In più si farà l’assito dei due péyo alla francese (probabilmente, con travicelli accostati) e i due assiti delle due majón come al solito“.”La tecnica di costruzione non è facilmente interpretabile. |
↑30 | “deve fare un acquaio in pietra ed il camino bello e adatto contro il péyo e con una bella e buona piastra per riscaldare questa stanza”. |
↑31 | A.N.A. CT407, 23/5/1716. |
↑32 | A. Clos, mémoire de la paroisse d’Ayas (1889), di Saverio Favre, Aosta 1997, p. 143. |
↑33 | “I muri di questa dimora saranno spessi due piedi e mezzo, sigillati tutti a calce e sabbia e interamente intonacati con una prima mano, cioè al rustico, i péyo saranno imbiancati all’interno e le finestre imbiancate anche sul risvolto esterno“. |
↑34 | “la stalla di tre tese da un lato e di due tese e mezzo dall’altro e anche la cantina di tre tese da un lato e dall’altro una e mezza, la majón, il péyo e la dispensa delle stesse dimensioni e sei piedi di altezza per ogni stanza, salvo il fienile e la dispensa di cinque piedi e mezzo”. |
↑35 | “inoltre si farà la copertura del raccard a piombo dei balconi”. |
↑36 | ZANOLLI O., Lillianes, I, Aoste, 1985, p. 400 e pp. 414-419. |
↑37 | Sono pagati in cinque volte, mentre la maggior parte delle opere vengono pagate en trois rates, in tre rate. |
↑38 | In quel periodo, il valore del bestiame è simile nella Signoria di Vallaise e ad Ayas. |
↑39 | Vedere anche VASSALLO M. Il cuore antico di Ayas, Aosta 1997, p. 102,22 maggio 1599, Jacques fu Claude Perret, maçon d’Antagnod. |
↑40 | A.N.A. CT 476. Notaio Claude Duc. Convenzione del 18 febbraio 1672. |
↑41 | REMACLE Claudine, L’habitat rural d’autrefois à Fénis, in Fénis. Une communauté au fil de l’histoire. AA VV, a cura di E.-E. Gerbore, 2000, pp. . |
↑42 | A.N.A. CT. Ad Ayas, si trovano Laurent Gros di Fontainemore nel 1734, Pierre Trenta di Issime nel 1748, Barthélemy Vignat di Perloz nel 1749. |
↑43 | Per andare a lavorare come segantini in Piemonte. A.N.A. CT 407-409. I figli del notaio Jean Pierre Desenfans partono durante l’inverno e si recano nei pressi di Torino, 1711-1723. |
↑44 | A.N.A. CT 539, CT 475, CT 484. |
↑45 | A.N.A CT476. 7/3/1672 “di essere compagni e fratelli per lavorare come muratori e tagliapietre …in Lorena …durante tre anni a partire da ora, inoltre per i servitori che prenderanno il profitto che si otterrà su di loro sarà anch’esso diviso per metà… inoltre hanno stipulato che durante questi tre anni daranno a Jean Philibert, fratello di Billia, cinque “pistolles” e mezzo ed un paio di scarpe buono“. |
↑46 | A.N.A. CT 442, 22/5/1718. Témoin: Sieur Isaac de fû Jaques Billaz de Cunéaz, charpentier au régiment de Savoye pour Sa Majesté (Testimone: Sire Isacco di fu Jaques Billiaz di Cunéaz, carpentiere di Sua Maestà presso il reggimento di Savoia). |